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Discorso reale in occasione del 65esimo anniversario della rivoluzione del re e del popolo
28/08/2018


 

"Le risoluzioni adottate recentemente dal consiglio di sicurezza ed il vertice dell'Unione africana, confermano inequivocabili la competenza esclusiva delle Nazioni Unite in materia di controllo del processo politico" che riguarda il Sahara Marocchino


Suo maestà Re Mohammed VI ha indirizzato, lunedì a Rabat, un discorso alla nazione in occasione del 65esimo anniversario della rivoluzione del re e del popolo.

Ecco il testo integrale del discorso reale:

"Elogio a Dio, preghiera e pace sul profeta, la sua famiglia ed i suoi lavoratori.

Caro popolo,

È con un orgoglio immenso che commemoriamo oggi l'anniversario della rivoluzione gloriosa del re e del popolo, di un carico simbolico così forte ed al semantismo così profondo.

Questa rivoluzione trasporta un messaggio positivo: anche se è sorta in un contesto particolarmente duro, ha permesso ai Marocchini di osservare il senso vero del patriottismo e li ha aiutati ad avanzare.

Noi ecco, dunque, oggi entrati allo stesso livello in una nuova rivoluzione in cui continueremo a raccogliere le sfide di costruzione di un Marocco moderno per dare il loro posto legittimo e meritato ai Marocchini, in particolare ai giovani in che abbiamo sempre visto la vera ricchezza del paese.

Caro popolo,



Ho già sottolineato, nel discorso d'apertura del Parlamento, la necessità di mettere le questioni della gioventù nel cuore del nuovo modello di sviluppo. Ho anche chiamato all'elaborazione di una strategia integrata dedicata ai giovani, che permetterebbe di definire i mezzi per promuovere efficacemente la loro condizione.

Infatti, un giovane non può essere destinato a svolgere il suo ruolo e riempire il suo dovere senza avere in anticipo beneficiato delle opportunità e delle qualificazioni necessarie.

A questo giovane, dobbiamo offrire del concreto, particolarmente in termini d'insegnamento, d'occupazione, di salute ed in molti altri domini. A questo giovane, dobbiamo dare speranza e fiducia nel suo futuro.

In realtà, l'inserimento socio-professionale non è un privilegio accordato ai giovani. Poiché ogni cittadino, qualche che sia il mezzo di cui è derivato, ha diritto alle stesse opportunità ed alle stesse possibilità d'accesso ad un insegnamento di qualità e ad un'occupazione degna.

È per questo che il tasso di disoccupazione giovanile che resta elevato, è per me un vero argomento di costernazione.

Infatti, è inconcepibile che un giovane su quattro sia disoccupato nonostante il livello di crescita economica raggiunto globalmente dal Marocco. E queste cifre sono più drammatiche in mezzo urbano.

Nonostante gli sforzi fatti in termini di cantieri economici e di programmi sociali, i risultati ottenuti restano al di qua dell'ambizione che li anima in questo campo.

Di fronte a questo stato di cose, e nell'estensione degli orientamenti tracciati nel discorso del trono, dobbiamo, nuovamente e di qualsiasi urgenza, richiamare l'attenzione sulla questione dell'occupazione dei giovani, in particolare rispetto alla sua articolazione al sistema dell'istruzione e della formazione.

Infatti, non dobbiamo accettare più che il nostro sistema educativo funziona come una macchina da fabbricare legioni di disoccupati, soprattutto in alcuni settori universitari di cui i laureati, tutti lo sanno, penano enormemente ad integrare il mercato dell'occupazione.

Questo spreco manifesta del potenziale giovani e risorse pubbliche hanno ostacolato i dinamici di sviluppo ed influiscono sulle condizioni di vita di numerosi Marocchini.

Paradossalmente, nello stesso tempo, un buono numero di investitori e di imprese trova difficoltà a scovare, in alcune professioni e specialità, le competenze ed i profili che ricercano.

D'altra parte, quando un grande numero di giovani, in particolare fra gli alti laureati dei rami scientifici e tecnici, pensa di emigrare, non sono soltanto motivati dagli incitamenti invitante della vita all'estero. Prevedono questa possibilità anche perché mancano nel loro paese di un clima e di condizioni favorevoli alla vita attiva, alla promozione professionale, all'innovazione ed alla ricerca scientifica.

Sono generalmente le stesse ragioni che dissuadono un certo numero di studenti marocchini da rientrare lavorare al paese, al termine della loro formazione all'estero.

Di fronte a questa situazione, chiamiamo ad una riflessione seria e responsabile sulla questione, perché siano creati un clima attraente e delle condizioni ideali che inciteranno queste competenze ad installarsi e lavorare in Marocco.

Rimediare a questo problema endemico suppone una migliore adeguatezza tra formazione ed occupazione come pure una riduzione della disoccupazione. Ecco perché impegniamo il governo e gli attori interessati ad adottare, non appena possibile, una serie di misure tendenti in particolare a raggiungere gli obiettivi seguenti:

• In primo luogo: intraprendere una rifusione globale dei meccanismi e dei programmi d'appoggio pubblico all'occupazione dei giovani, per renderli più efficaci ed adattati alle aspettative dei giovani. Questo lavoro di rimaneggiamento deve essere realizzato secondo il modello che ho raccomandato nel discorso del trono, a proposito dei programmi di protezione sociale.

In questa prospettiva, abbiamo deciso che sia organizzata, prima della fine dell'anno, una riunione nazionale sull'occupazione e la formazione. I suoi obiettivi consisteranno nel formulare risoluzioni pratiche e soluzioni nuove, lanciare iniziative e mettere a punto uno strato di strada rigorosamente definita per la promozione dell'occupazione.

• In secondo luogo: dare la precedenza alle specialità che permettono di trovare un'occupazione ed instaurare un sistema efficace d'orientamento precoce al livello del secondo o del terzo anno che precede la maturità. Il suo ruolo è di aiutare gli allievi, in funzione delle loro attitudini e delle loro inclinazioni, a fare l'uno o l'altro delle due scelte: impegnarsi in un settore universitario o una formazione professionale.

Parallelamente, chiamiamo alla predisposizione di una convenzione-quadro tra il governo ed il settore privato, per imprimere un impulso vigoroso all'operazione di riqualificazione degli studenti che lasciano gli studi senza diploma. Potranno così usufruire di nuove opportunità per facilitare il loro inserimento socio-professionale.

• In terzo luogo: rivedere a fondo le specialità della formazione professionale perché soddisfacciano le necessità delle imprese e del settore pubblico, e che siano in fase con le trasformazioni che conoscono i settori industriali e professionali. Così, i vincitori avranno più possibilità di integrarsi professionalmente.

Di conseguenza, occorre prestare una più grande attenzione alla formazione professionale, tenendo presente ogni livello. Occorre anche predisporree una nuova generazione di centri di formazione e di qualificazione dei giovani, che saranno atte a rispondere alle esigenze attuali e prendere in considerazione le specificità e le necessità di ogni regione.

A tale riguardo, il fondo Hassan II per lo sviluppo economico e sociale contribuirà alla costruzione ed all'attrezzatura di nuovi centri di formazione professionale per soddisfare le nuove necessità.

• In quarto luogo: Predisporree meccanismi pratici per migliorare qualitativamente i dispositivi che inducono i giovani a creare di piccole e medie imprese nei loro campi di specialità e sostenere le iniziative d'autoimpiego e di creazione di imprese sociali.

Inoltre, le amministrazioni pubbliche, e gli enti territoriali in particolare, devono liberare il loro dovuto alle imprese. Poiché qualsiasi ritardo di pagamento può comportare casi di fallimento e, correlativamente, di numerose perdite di posti di lavoro.

Ma, come predicare d'esempio mentre le amministrazioni e le istituzioni dello Stato non onorano i loro impegni in materia?

• In quinto luogo: instaurare nuovi meccanismi che permettono di integrare una parte del settore informale nel settore formale, garantendo al potenziale umano che cela il primo una formazione adeguata ed incitatrice ed una protezione sociale e sostenendo i suoi progetti d'autoimpiego o di creazione d'impresa.

• Sesto: predisporree, al livello di ogni stabilimento, un programma obbligatorio coperto un periodo di tre a sei mesi, che riguarda il livellamento degli studenti e dei tirocinanti in lingue straniere; favorire una maggiore integrazione linguistica a tutti i livelli di studi, in particolare nell'insegnamento delle materie scientifiche e tecniche.

Le questioni della gioventù non si limitano al solo campo della formazione e dell'occupazione; coprono anche altri campi concettuali come l'apertura di spirito, l'espansione intellettuale ed il benessere fisico.

Caro popolo,

Lo spirito d'unanimità, di simbiosi e di sacrificio che ha presieduto alla rivoluzione del re e del popolo che celebriamo ogni anno, il 20 agosto, anima anche i Marocchini quando è affrontata la questione della nostra integrità territoriale.

È, dunque, in qualsiasi fiducia ed in qualsiasi responsabilità che il Marocco mantiene la sua adesione alla dinamica lanciata dal segretario generale delle Nazioni Unite, in collaborazione con il suo inviato personale.

Quest'impegno riposa sugli stessi fondamentali di quanto abbiamo definito nell'ultimo discorso della Marcia Verde. A questo proposito, notiamo con soddisfazione che c'è sempre più accordo tra questi principi e le posizioni internazionali.

Infatti, le risoluzioni adottate recentemente dal consiglio di sicurezza ed il vertice dell'Unione africana, confermano inequivocabili la competenza esclusiva delle Nazioni Unite in materia di controllo del processo politico.

Teniamo qui ad esprimere i nostri ringraziamenti e la nostra considerazione ai dirigenti africani fratelli, che hanno interagito in modo positivo con le posizioni di principio del Marocco, e che hanno risposto favorevolmente alla chiamata che il consiglio di sicurezza ha lanciato ai membri della Comunità internazionale per sostenere i suoi sforzi.

Caro popolo,

Con la volontà di Dio, l'anniversario della rivoluzione del re e del popolo coincide, quest'anno, con la celebrazione del Aïd-El-Adha.

Questi due eventi, se differiscono con la loro portata religiosa e nazionale, tuttavia sono legati nella memoria e nel cuore dei Marocchini, poiché rinviano ai valori che li caratterizzano: sacrificio e fedeltà.

In questi giorni benedetti del signore, educhiamo preghiere alla memoria dell'eroe della liberazione e dell'unità nazionale, nostro Auguste Grand-Père, fuoco suo maestà il re Mohammed V ed il suo compagno di lotta, nostro venerato padre, fuoco suo maestà il re Hassan II. Che Dio li abbia nella sua misericordia santa, come pure di tutti i martiri valorosi della patria.

Cogliamo anche quest'occasione per ribadire il nostro impegno collettivo da andare sulle loro tracce, difendendo l'unità e la stabilità del Marocco, operando per il suo sviluppo ed il suo aumento, realizzando le speranze dei suoi bambini".


-Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-
















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